30 maggio 2007
Stipendi “under 30”: la caduta dei laureati
Nel 2006 busta paga più “leggera” del 2003
Crescono invece le retribuzioni dei diplomati soprattutto quelle dei tecnici-professionali (+5,9 per cento). In quattro anni il “premio” rispetto ai coetanei diplomati è diminuito di quasi un quarto. Si riduce il gap retributivo a sfavore delle ragazze. I risultati dell’indagine OD&M per Miojob sulle retribuzioni dei giovani dal 2003 a oggi. LA RIMONTA DEI DIPLOMATI: dal 2003 al 2006. TABELLE: titoli di studio, uomini vs donne, le aree geografiche e i settori che pagano di più. BLOG: conviene ancora laurearsi?
di FEDERICO PACE
La storia degli stipendi dei laureati italiani è la cronaca di un tesoro esiguo che di anno in anno si va estinguendo fino a quasi esaurirsi. Una storia, per ora, senza lieto fine. Se è vero che i laureati guadagnano ancora qualche euro in più dei diplomati, non si può dire che le cose rimarranno così a lungo visto che le differenze si vanno assottigliando sempre di più. Tanto più che ora i loro coetanei diplomati, che hanno avuto sempre una paga più bassa, cominciano a rimontare diversi punti percentuali e pare quasi che per le imprese laureati o diplomati pari sono. Tanto che non sono pochi i laureati che a un colloquio di lavoro hanno smesso di raccontare la verità sul percorso di studi. Meglio non dire della laurea. Le aziende quasi si spaventano.
Ma veniamo ai dati. Nel 2003 un laureato con un’età compresa tra 24 e 30 anni occupato in un’attività impiegatizia si portava a casa uno stipendio lordo annuo pari a 22.936 euro. Nel 2006 lo stipendio supera di poco i 24 mila euro. Se si tiene conto del costo della vita, vuol dire che quel laureato oggi guadagna meno (-1 per cento) di quattro anni fa. Meglio è andata invece ai diplomati professionali che sono passati da poco più di 19 mila euro a 21.817 euro, ovvero il 5,9 per cento in più al netto del costo della vita (vedi tabella).
In quattro anni le diverse dinamiche delle retribuzioni hanno messo in moto una specie di sommovimento tellurico con i laureati che arretrano e i diplomati che avanzano. Nel 2003 il laureato guadagnava 2.500 euro in più di un diplomato di medie superiori e circa 3.543 euro in più di un diplomato tecnico-professionale. In quattro anni il “premio” rispetto ai suoi coetanei diplomati è diminuito quasi di un quarto ed è divenuto rispettivamente di 1.815 euro e di 2.362 euro. E i laureati “semplici” perdono anche se messi a confronto con chi ha conseguito un master (vedi tabella).
I dati sono quelli del rapporto di OD&M sulle retribuzioni dei giovani realizzato per Miojob. Nei dati messi a punto dall’ azienda di consulenza nei sistemi incentivanti e delle politiche retributive delle risorse umane, la rimonta diventa ancora più esplicita se si pensa che nel 2003 lo stipendio del diplomato era l’89,1 per cento del laureato mentre nel 2006 è divenuto il 92,5 per cento. La paga del diplomato professionale è passata dall’84,7 per cento del 2003 al 90,2 per cento del 2006.
“Il differenziale di crescita a favore dei diplomati – dice Mario Vavassori, presidente di OD&M (vedi intervista integrale) - si spiega con il fatto che i laureati scontano sempre di più il processo di apprendimento attraverso il quale devono passare quando entrano nelle imprese. Hanno studiato di più, questo è vero, ma quando entrano in azienda si trovano coinvolti in un iter per capire come funziona l’azienda che può durare anche a lungo. Così finisce che l’azienda tende a riconoscere di più al diplomato perché è già produttivo e in qualche modo ha scontato con uno stipendio inferiore il suo ingresso sul mercato del lavoro.” Ma non solo. A incidere è anche il fatto che il sistema produttivo italiano dominato dalle piccole e medie imprese pare assetato soprattutto di diplomati e dei laureati quasi non sa cosa farsene.
Se si guarda ai più giovani, ovvero agli “under 24” le cose vanno un poco meglio. I laureati giovanissimi hanno visto crescere lo stipendio in termini reali quasi del 4 per cento. Ma sempre meglio è andata ai ragazzi e alle ragazze uscite dagli istituti professionali che dal 2003 a oggi hanno visto crescere la paga del 21 per cento (vedi tabella).
Quanto alle differenze di genere, tra gli “under 30” si riduce il gap salariale. Se nel 2003 le ragazze con un’età compresa tra 24 e 30 anni guadagnavano l’88 per cento di quello che prendevano i loro colleghi maschi, nel 2006 la percentuale è salita al 92 per cento. In altri termini le retribuzioni delle “under 30” sono cresciute in termini reali del 5 per cento mentre quelle dei loro coetanei sono rimaste pressoché bloccate (vedi tabella).
Nel dettaglio territoriale si scopre che al Sud le retribuzioni dei giovani con un’età tra 24 e 30 anni sono cresciute del 7,8 per cento mentre al Centro si è fermata al 2,8 per cento e al Nord Ovest (vedi tabella).
In termini di settori, le imprese che pagano meglio i giovani sono quelle che operano nel credito e nell’assicurativo. Qui la paga nel 2006 tocca i 24.809 euro lordi l’anno. Ma le imprese dove le retribuzioni hanno mostrato una maggiore dinamica negli ultimi anni sono quelle attive nella comunicazione, spettacolo e sport (vedi tabella).
P.s. per saperne di più: miojob.repubblica.it
non ho parole...
RispondiEliminae se da un lato sono contento di stare dove sto adesso dall'altro non so se vale la pena investire in una seconda laurea...
Tu stat da ka ste a fa r mliard, e con i soldi di 10 anni di pizzeria sarai arrivato senz'altro a 50000 euro... Ti devo sequestrare questa estate!
RispondiEliminasarà contento giusanny...
RispondiEliminaUskassat perchè prendersi il fastidio di leggere l'articolo?!?!?Basta vedere la mia busta paga.. Nella prossima vita farò come G|us4nny.. "dottore" no, ma tanta esperienza.. per Doraemonac è un difetto per me invece l'imprenditore iè stat u kiù dritt!!
RispondiEliminaForza G|us!!!!!
....scioperiamo....
RispondiEliminamarilì ma a bologn t si mbarat solamend a scioperà e a scì snann l bonghett?
RispondiEliminauagnùn non è questione solo di esperienza, anche io ho studiato 2 anni fuori casa con i soldi (tanti) sudati da papà e mamma...così come non è questione solo di titolo!
RispondiEliminaE' solo questione di cervello!
Il problema è anche dell'università italiana, che ti insegna a studiare e non ti fa studiare per "fare" quello che le aziende in realtà chiedono...anche se...dipende sempre dalla persona e da quanto riesce a realizzare che lo scopo dell'università non è dare gli esami ma imparare il più possibile per spenderselo poi nel futuro.
Preferisco il modello americano a quello italiano dove l'approccio avviene per problem solving (dove il problem non è dare l'esame)
P.S. Ho preso 20 all'esame di programmazione.
e mo datemi addosso :D
RispondiEliminaGiusanny..tu u so spiegat già u fatt..
RispondiEliminaè inutile dare addosso alle università italiane nè a chi il titolo se l'è studiato e sudato..
potrei anche dirti che quando la volpe non arriva all'uva dice che è acerba..ma penso nn sia il tuo caso.
In tutti i casi questa osannazione agli americani proprio non la capisco tanto da spiegarmi perchè poi all'estero i laureati + apprezzati e ricercati son gli italiani.
Ricordati l'università ti dà il 30% se ti va bene delle conoscenze utili a quello che farai nel mondo del lavoro.
d'altro canto ti dà la capacità di saperti approcciare al problema..
Sul problem solving americano ti sbagli proprio... lì non studiano il problem solving ma esempi di problem solving in italia invece oltre a migliaia di cazzate si studia anche la "teoria" del problem solving utile un domani a saper approcciare a un problema di ogni tipo e non solo degli esempi studiati all'università.
Certo se d'altro lato nell'università italiana si affiancasse anche un lato + pratico non avremmo rivali in questo ambito.
Bacetti a tutti...titolati e non..
senza allontanarsi troppo, in questa piccola community ci sono tanti laureati anzi diciamo quasi tutti comprendendo anche chi la laurea sta per raggiungerla....
RispondiEliminaallora la domanda è: questo è un gruppo di grandi menti, oppure la laurea è diventata il diploma di 20 anni fa???
Sarà che il mio pensiero è condizionato dal fatto che io la laurea non ce l'ho, e magari anche dal fatto che vedo molta gente laureata che come si dice a Bari "non val na cart d pep", però è vero pure che oramai è un titolo che tutti hanno, e che con le varie riforme si è condito sempre piu di salse varie......tra un po creeranno anche il corso di laurea per guidare un automobile....tu in cosa sei laureato/a?? scienze della pasta all'uovo con tesi: linguine alle cozze nere e master in cozze pelose e gamberetti.....
Ora i piu mi daranno in testa, ma signori miei se nel mio futuro devo rimanere classificato come il non laureato o addirittura l'ignorante...beh lo preferisco alla scienza che studia lo zucchero a velo
laurea o no Sallustio direbbe:
RispondiElimina"Faber est suae quisque fortunae"
come dargli torto?
DO pienamente ragione a doraemonac
RispondiElimina1. sono pienamente in accordo con Sallustio
RispondiElimina2. non ho dato addosso a chi ha studiato e sudato per la laurea, onore e gloria a loro
3. come mai l'america ci precede di 20 anni per teconologia, economia, mentalità (vabbè), ecc...? tu dici che sono tutti italiani?
4. il fatto dello studio della teoria del problem solving è da ridere...si cerca di teorizzare tutto...vedi che ho ragione (accendo la polemica)
Senza andare troppo lontano.. è da noi che la laurea non serve a molto perchè è soprattutto (parlo della mia facoltà) teorica ma basta spostarsi un po' più a Nord e le cose cambiano, la teoria è parallela alla pratica.
RispondiEliminaCmq sempre rimanendo nel mio ambito, l'esperienza è la cosa più importante..se da grande vuoi fare l'avvocato o il commercialista non puoi senza laurea..
Ora Pepe sarà contento perchè crederà che lui può fare un programma e noi invece non possiamo progettare una casa ma purtroppo è così..Io in 6 anni non sono riuscita a capire l'utilità di questi anni di studio..colleghi illuminatemi!
Nooooo Marrone mi da ragione.....
RispondiEliminao era ironia????
Qsti interessanti dati sono per lo più relativi ai salari, nn al tipo di impiego... Ma cmq dobbiamo tutti essere felici di qsto, se riflettiamo grazie a ciò si è tutti immettibili nel mondo lavorativo...
RispondiEliminadoraemon secondo me hai minimizzato un pò troppo il titolo anke se è vero ke si sta svalutando rispetto al passato. Per quanto riguarda la mia esperienza posso dire di non aver imparato nulla dall'università perchè oramai lo studente universitario (almeno nella mia facoltà) è autodidatta o meglio abbandonato a sè stesso. Bisognerebbe cm dice Zakkina affiancare alla tanta teoria ke c'è un pò + di pratica.
RispondiEliminaP.S. x i non laureati: sit sparagnat nu sacc d solt!!!
Senza scomodare Sallustio vi cito un detto altrettanto vecchio:
RispondiElimina"Ognuno porta acqua al suo mulino!"
Ragazzi ho deciso mi voglio mettere al pari vostro......
RispondiEliminaa settembre mi iscrivo all'università.....
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BARI
FACOLTA' DI CANCELLERIA
CORSO DI LAUREA IN
STORIA E FILOSOFIA DELLA MATITA
INDIRIZZO MATITA CON LE MINE
cazzo doraemon! quando ci ho pensato io quel corso era accessibile solo ai ricercatori! Avete proprio ragione l'università italiana si sta davvero debosciando... :pPpP
RispondiEliminaI am doing research for my university thesis, thanks for your great points, now I am acting on a sudden impulse.
RispondiEliminageneric paxil