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mercoledì, aprile 12, 2006

Per tutti quelli che si illudono che il calcio sia solo delle grandi squadre!!!!

Fonti: La Gazzetta dello sport (Vincenzo Cito)
Panorama (Giancarlo Dotto)


Dal reality alla realtà
Il Cervia miliardario di Graziani sbanca l’Eccelenza; ad Eboli, la squadra presieduta dal capo ultras la raggiunge.

EBOLI/ La bellezza del calcio sta nel fatto che vince chi è più bravo a calciare un pallone in rete: non chi ha più soldi, chi ha più “conoscenze”, solo chi ha più talento.
Almeno si ha l’illusione che sia ancora così.
Così può succedere che nel giorno in cui la televisione festeggia con picchi d’ascolto la festa del Cervia, vincitore del campionato d’Eccellenza, grazie ad una squadra frutto della selezione di centinaia di calciatori provenienti da ogni parte d’Italia, lontana dalle luci della ribalta, il calcio racconta la favola di Eboli, squadra morta, risorta e trascinata in D da un presidente … ultras!

La storia è di quelle a cui si stenta a credere: tutto inizia nel luglio 2004.
Ci troviamo in una cittadina dell’hinterland salernitano e i dirigenti della squadra locale decidono che è giunta l’ora di chiudere il rubinetto: troppi costi di gestione, niente iscrizione al campionato.
Armando Cicalese, Marco e Massimo Forlenza e altri nove dell'ex “Nucleo sconvolti” non ci stanno, perchè l’Ebolitana non è solo la squadra del Paese, quella è la “loro” squadra, e decidono di rendere un po’ più concreta tale espressione: col benestare del sindaco e dopo un interminabile porta a porta, raccolgono i 7800 euro necessari e iscrivono il club al campionato d’Eccellenza.
In un batter d’occhio, contattano ad uno ad uno i giocatori e si lanciano alla disperata ricerca di sponsor.
Il risultato? Una lunga interminabile cavalcata che permette all’Ebolitana di diplomarsi campione con una giornata d’anticipo rispetto al calendario, scavezzandosi in una estenuante lotta contro il tempo per raccogliere i 1000 € mensili indispensabili per evitare il fallimento.

Quando si parla di Cicalese, si capisce che sotto l’abito del presidente porta ancora il segno indelebile delle esperienze sugli spalti, in quella curva un tempo descritta come tra le più turbolente di tutta la Campania, oggi vincitrice del premio Disciplina nel girone.
Poche e chiare le regole per tifosi e giocatori: niente politica sugli spalti, tutti sotto la curva a fine partita, che si vinca o si perda.
E guai a chi sgarra:
-Una sola volta i miei giocatori dimenticarono di salutare il pubblico, allora ruppi a calci la porta dello spogliatoio e li presi a parolacce- dice orgoglioso il “patron”.

Il protagonista di questa scalata è anche l’allenatore Egidio Dirozzi,che nella sua terra natia aveva portato più delusioni che gioie con i suoi goal da avversario nei suoi trascorsi da centravanti di razza nelle categorie inferiori, tanto da costringere l’attuale ds Marco Forlenza (che di professione fa il tipografo) a recapitargli una cassa da morto col suo nome ben in vista “a mo’ di avvertimento”.
Oggi, il mister può vantare di aver condotto alla vittoria una squadra con uno stipendio mensile di 500 € al mese: se non è un record, poco ci manca.
Oltre al misero bottino racimolato, c’è da pensare che con sé porterà per sempre i ricordi di questa fantastica avventura, anche le sfuriate nella sede della società (l’Opel Vectra blu di Cicalese!) del presidente per chiarire i motivi di qualche sconfitta.

Ma parte integrante della favola sono anche i giocatori, alcuni anche con un discreto curriculum in categorie professionistiche come il mediano Marco Trotta, coinvolti dall’entusiasmo di una dirigenza che ha trionfato laddove professionisti del settore spesso falliscono.
Il fiore all’occhiello della rosa di Dirozzi è il brasiliano Theodoro, meglio conosciuto in città come “Gegè” , strappato alla concorrenza con un ingaggio record di 1000 € al mese ed una Punto seminuova che per tutta la stagione ha rischiato di pagare a caro prezzo qualche giornata di scarsa forma del suo proprietario.
Lui ,come tutti i suoi compagni, potrà godersi il premio promozione pattuito con la società: cassette di mozzarelle e kiwi e una notte al locale l’ “Odissea”, il club più “in” della zona.
Chiudo citando la frase di Vincenzo Cito de “La Gazzetta dello sport” da cui ho preso spunto nella stesura dell’articolo:” se Cristo si è fermato a Eboli, il pallone ancora no”.
Meditate, gente, meditate …….

(articolo postato da un utente del sito www.solobari.it)

3 commenti:

uskassat ha detto...

non vedo ankora commenti dalla persone interessate...

Innuendo ha detto...

marrone a bitonzo ha la connesione loffa e mikele sta scrutinando... stavolta hai scoccato a vuoto... forse :P

Anonimo ha detto...

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